E' un periodo brutto questo, il revisionismo sta tornando nella sua forma più vigliacca e pericolosa, questa destra finge di voler celebrare la resistenza e la liberazione ma in realtà vuole solo seminare zizzania e falsificare la realtà storica distinguendo fra partigiani buoni e partigiani cattivi, come ha fatto il ministro della difesa La Russa che, dopo aver celebrato l'otto settembre la marmaglia criminale e fascista della repubblica di Salò, è arrivato a dire di non volere rendere omaggio ai "partigiani rossi" perchè non erano liberatori ma volevano "un futuro stalinista per Italia" (evidentemente lui avrebbe preferito il presente di Mussolini e Hitler), senza che nessuno lo cacciasse a calci in culo! Berlusconi, dopo 15 anni, ha deciso di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile, perchè non è solo della sinistra (vero è di tutta l'Italia antifascista anche di quella destra rispettabile, Montanelli, Guareschi, ecc. ma non certo di questa destra antidemocratica) e perchè "c'è bisogno di dire qualcosa", sinceramente a me queste ultime parole fanno venire i brividi, stanno da tempo cercando di riscrivere la storia e di deligittimare la Resistenza, tutto questo è inaccettabile e mai come ora BISOGNA scendere in piazza per celebreare il 25 aprile, la resistenza e TUTTI i partigiani e per vigilare in modo che il fascismo non possa ritornare.
Vi lascio il testo di una splendida canzone dei Gang, dedicata ai fratelli Cervi trucidati dai fascisti e dai nazisti (che anche se da tempo ormai si cerca di far dimenticare erano alleati e complici) giusto per far capire chi erano le vittime e chi gli aguzzini, chi lottava per la libertà e per un futuro migliore e che per la dittatura e un futuro di schiavitù, chi aveva ragione e chi torto, perchè non può esserci equiparazione (e pacificazione, aggiungo) fra partigiani e fascisti.
sabato 25 aprile 2009
Comunicato n° 33
25 Aprile Festa della Liberazione
Ora e sempre RESISTENZA
LA PIANURA DEI SETTE FRATELLI
E terra e acqua e vento,
non c’era tempo per la paura
nati sotto la stella
quella più bella della pianura,
avevano una falce
e mani grandi da contadini
e prima di dormire
un padre nostro
come da bambini.
Sette figlioli sette
di pane e miele
a chi li do
sette come le note
una canzone gli canterò.
E pioggia e neve e gelo
e fola e fuoco insieme al vino
e vanno via i pensieri,
insieme al fumo su per il camino.
Avevano un granaio,
e il passo a tempodi chi sa ballare
di chi per la vita
prende il suo amore
e lo sa portare.
Sette fratelli sette
di pane in miele,
a chi li do
non li darò alla guerra
all’uomo nero non li darò.
Nuvola lampo e tuono,
non c’è perdono per quella notte
che gli squadristi vennero
e via li portarono coi calci e le botte.
Avevano un saluto,
e degli abbracci quello più forte
avevano lo sguardo
quello di chi va incontro alla sorte.
Sette figlioli sette,
sette fratelli
a chi li do
ci disse la pianura
questi miei figli
mai li scorderò.
Sette uomini sette
sette ferite
e sette solchi
ci disse la pianura
i figli di Alcide
non sono mai morti.
In quella pianura,
da Valle Re ai Campi Rossi
noi ci passammo un giorno
e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi.
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